La mobilità di una persona disabile è determinata non tanto dall’uso di una carrozzina adatta allo scopo quanto all’accessibilità dell’ambiente in cui la persona si muove. E’ per questa ragione che  nell’ambito dell’ADT si è costituito informalmente il CCSB (Comitato per la Città Senza Barriere) formato da persone con esperienza personale, dovuta anche a precedente partecipazione ad altri organismi similari.

 

Attività:

 

  • Diffondere la “cultura” dell’integrazione della persona disabile eliminando ogni ostacolo alla sua mobilità,
  • Far rispettare le leggi sulle barriere architettoniche contrastando ogni tentativo di mancata applicazione
  • Mantenere contatti, nell’ambito del Comune di Varese, con gli Assessorati che si occupano di lavori pubblici, urbanistica, verde pubblico e servizi sociali per ogni possibile collaborazione.
  • Instaurare azioni, anche di carattere legale, nei casi in cui non sia possibile in altro modo dirimere controversie sul tema specifico dell’accessibilità.
  • Collaborare con organismi regionali, provinciali e di altri comuni della Provincia per gli aspetti riguardanti le barriere architettoniche.
  • Controllare che le pianificazioni previste dalla legge: PEBA (Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche) e PISU (Piani Integrativi per lo Spazio Urbano), vengano regolarmente attuate.
  • Fornire consulenza in merito a problemi sull’eliminazione delle bb.aa. elaborando, quando necessario, piccole progettazioni.
  • Segnalare, con documentazione anche fotografica, ogni opera che non sia stata oggetto degli interventi previsti o che detti interventi siano stati male eseguiti.
  • Collaborare al miglioramento dei testi delle leggi vigenti in materia di bb.aa.

Adozione dell’Eurochiave (Eurokey)

L’ADT ha dato voce al CCSB per l’adozione a Varese dell’Eurochiave ottenendo un sia pur modesto risultato che dovrebbe essere invece esteso sia pure nella prospettiva paradossale che diventi inutile quando tutto sarà accessibile

L'eurokey è stata messa a punto in Germania nel 1986 e introdotta in Svizzera nel 1996. La Pro Infirmis di Lugano dirige e coordina il servizio dal luglio 2000.

L'eurokey è un sistema  di chiusura (cilindro più chiave a mappa) a protezione degli impianti riservati alle persone disabili e ubicati in spazi pubblici. La chiave universale che apre tutte le porte attrezzate con questo sistema è riservata soltanto agli aventi diritto (persone in sedia a rotelle, con gravi problemi di deambulazione e di vista).

"Chiudere il meno possibile, chiudere lo stretto necessario": così afferma la Pro-infirmis che cura la diffusione del sistema.
Come regola generale le costruzioni e gli impianti vanno studiati e realizzati in modo tale da non rendere necessario un sistema di chiusura riservato per la loro fruizione.

L'eurokey può essere montata su ascensori,  montascale, servizi igienici, guardaroba, ecc. In Svizzera, si contano attualmente oltre 2'000 strutture dotate di questo sistema .

Tutti gli impianti sono rintracciabili in qualsiasi momento grazie all’omonima applicazione gratuita "eurokey" per smartphone (iPhone, Android) .

Attualmente oltre che in Svizzera, si trovano eurokey in Germania, Austria e Repubblica Ceca. In Italia  sono importabili dalla Ditta Guerrieri di Varese tramite la quale è stato possibile a suo tempo installare a titolo promozionale chiusure  Eurokey nei servizi igienici di Piazzale Kennedy e di Palazzo Estense di Varese.

 

LEGGI:

 (cliccare sul documento per aprire il testo della legge):

Legge 28/2/86 n.41

Legge 9/1/89 n.13

LR 20/2/89 n.6

DM 14/6/89 n.236

Legge 5/2/92 n.104

DPR 24/7/96 n.503

 Di seguito sono esposte alcune elaborazioni fatte dall’ADT/CCSB per fornire tabelle di rapida consultazione ai tecnici addetti alla realizzazione di rampe sui marciapiedi:

PREMESSA: Tutti i tipi di carrozzina prodotti e usati in tutto il mondo (salvo poche eccezioni) sono dotati anteriormente di due ruotine del diametro di 20 cm orientabili. La misura è legata alla necessità che dette ruotine possano ruotare per 360 gradi sotto le pedane di una carrozzina. Il fatto che siano orientabili e non sterzabili è dovuto alla necessità di poter dirigere la carrozzina semplicemente spingendo in modo differenziato sulle ruote grandi posteriori.

Occorre pertanto tenere sempre presente la necessità che le citate ruotine possano “rotolare” senza ostacoli (quindi eliminando dislivelli anche minimi se non ben raccordati) e possano essere mantenute nella direzione voluta senza dover contrastare la loro tendenza a disporsi verso la parte discendente di un percorso (quindi riducendo le pendenze trasversali al valore minimo previsto).

 

Il disabile in carrozzina procede normalmente per impulsi simmetrici sulle ruote e sfrutta l’inerzia della carrozzina stessa per procedere ma, in un marciapiede con pendenza trasversale eccessiva, esso ha grandi difficoltà a mantenere la direzione in quanto è costretto, per non deviare dal percorso, ad esercitare uno sforzo continuo frenando una ruota e spingendo l’altra. 

 

 

PRESCRIZIONI Dl  LEGGE

RACCOMANDAZIONI TECNICO-OPERATIVE

ALTEZZA MARCIAPIEDI

DM.236/89

Art. 8.2.1 (para 7° e 8°)

Altezza:

2,5 cm ottimale,

15 cm massimo

 

 

Tra i due valori di legge (2,5 e 15 cm) dovrebbe essere adottato quello intermedio di 7÷9 cm per i seguenti motivi:

a)     l’altezza proposta è mediamente superabile da una persona deambulante ma con difficoltà motorie

b)     la profondità della rampa (quando costruita sul lato lungo del marciapiede) non riduce eccessivamente la parte (min 90 cm) che deve rimanere in piano. Ciò in quanto l’estensione della rampa è direttamente proporzionale all’altezza del marciapiede.

Nelle zone con costruzioni esistenti e che hanno le soglie d’ingresso a diversi livelli, oppure dove le strade hanno una propria pendenza, è prevalente la necessità di rendere accessibili negozi, ingressi di stabili, ecc.. , rendendoli complanari con il marciapiede; l’altezza di quest’ultimo può quindi essere più elevata del valore medio indicato e raggiungere anche altezze maggiori del massimo previsto in quanto giustificata dall’ottenimento dell'accessibilità.

Se il dislivello con la strada è superiore a 25÷30 cm deve essere prevista l’installazione di parapetti di protezione.

 

 

LARGHEZZA MARCIAPIEDI

LR.6/89 - Allegato

Punto 2.1.1

LARGHEZZA:

150 cm (normale)

180 cm (luoghi di maggior traffico)

 

E’ importante che il valore normale della larghezza venga rispettato per i seguenti motivi:

a)   La carrozzina (lunghezza media di 110 cm) deve poter invertire la marcia senza il rischio di cadere dal marciapiede oppure incrociare altra persona (magari con borse oppure oggetti ingombranti) costringendo quest’ultima a scendere, con pericolo, in strada.

b)   La parte di marciapiede che deve rimanere in piano (90 cm) non viene penalizzata dalla presenza di una rampa (disposta sul lato lungo del marciapiede), sempreché il tratto di marciapiede interessato venga ribassato nella misura indicata nella tabella. cosa che invece accade per marciapiedi con larghezza inferiore.

c)   La presenza di ostacoli (cabine, pali, piante, sporgenze di qualunque tipo, ecc..) riduce lo spazio utile della parte in piano del marciapiede che pertanto deve essere mantenuta con larghezza di 90 cm al netto dell’ingombro dell’ostacolo. Ciò per garantire alla carrozzina continuità di percorso.

PENDENZA TRASVERSALE

PENDENZA TRASVERSALE:
1% max

 

E’ molto importante il rispetto di questo valore per le ragioni tecniche espresse in premessa circa le ruotine pivottanti. Nel caso la pavimentazione presenti irregolarità di superficie può essere accettabile una pendenza massima del 2% per migliorare lo smaltimento delle meteoriche.

RAMPA

 

 

 

 

DM.236/89

Art. 8.2.1 (para 7° e 8°.)

Pendenza rampa:

15 % max

Qualunque posizione abbia la rampa è importantissimo che non vi sia discontinuità tra la rampa stessa e il piano stradale e cioè che i due piani siano ben raccordati per i motivi indicati in premessa.

Rampe costruite sul lato lungo del marciapiede

Limitatamente ai marciapiedi con larghezza fino a 150 cm la rampa è bene che venga costruita con la pendenza massima del 15% per non ridurre eccessivamente la parte che deve rimanere in piano (90 cm) purché l’altezza del marciapiede non sia maggiore di quella consigliata (vedere la tabella riportata al termine di queste note informative). Per marciapiedi di larghezza maggiore sarà possibile, e quindi auspicabile, adottare pendenze di rampa inferiori.

La parte in piano deve consentire alla carrozzina, che percorre il marciapiede senza dover scendere, di proseguire oltre la zona della rampa senza subire gli effetti della pendenza trasversale oppure, se la carrozzina accede al marciapiede deve poter variare la sua direzione di marcia senza problemi legati alle pendenze.

Cordoli. I cordoli in corrispondenza delle rampe vengono normalmente interrati più o meno a raso facendo arretrare l’inizio della parte inclinata della rampa e riducendo quindi la parte di marciapiede che deve rimanere per 90 cm in piano. Meglio sarebbe che i cordoli venissero posizionati obliqui, cioè con la faccia superiore avente la stessa inclinazione della rampa, oppure sostituiti con lastre disposte con l’inclinazione necessaria (nel caso di marciapiede stretto può essere indispensabile invadere “ragionevolmente” la sede stradale).

NOTA - I passi carrai non devono essere considerati luoghi sostitutivi delle rampe di accesso ai marciapiedi le quali hanno la precisa funzione di consentire alla carrozzina di poter salire e scendere dal marciapiede esclusivamente in corrispondenza degli attraversamenti stradali. I passi carrai possono essere realizzati in qualunque modo (anche con rampe del 30%) purché sia salvaguardata la percorribilità del marciapiede.
Nel tratto interessato dal passo carraio deve quindi essere lasciata la massima larghezza della parte in piano (comunque non inferiore a 90 cm) e con la pendenza trasversale massima dell’ 1%.

 Rampe costruite sul lato corto del marciapiede

La rampa costruita sul lato corto del marciapiede (cioè in testata o in corrispondenza degli abbassamenti per presenza di rampe ortogonali) non coinvolge la larghezza in piano del marciapiede stesso ed è pertanto inutile adottare il massimo di legge del 15% previsto per brevi rampe. Sarebbe invece consigliabile adottare il valore del 5% (max 8%), già previsto per le rampe più lunghe, compatibilmente con la particolare situazione del singolo caso (presenza di porte oppure di finestrature raso terra, ecc...).

Cordoli. In marciapiedi stretti sono da evitare cordoli, che nelle parti terminali dei marciapiedi, descrivono curve in quanto, in corrispondenza dell’abbassamento, la larghezza della parte raccordabile con il piano stradale si riduce notevolmente.

 

APPLICAZIONE DEL DM-236 NELLA COSTRUZIONE DI UNA RAMPA

 

Nella necessità di dover conciliare per una stessa rampa gli specifici valori di legge riguardanti l’altezza, la larghezza e la pendenza trasversale del marciapiede oltre che la pendenza della rampa stessa e la larghezza minima in piano da rispettare, si riporta qui di seguito un grafico e una tabella dai quali è possibile rilevare l’altezza che deve avere il tratto di marciapiede interessato affinché si possano rispettare tutti gli altri valori prescritti ed ottenere quindi la migliore soluzione possibile.

L’esempio si riferisce alla rampa realizzata sul lato lungo di un marciapiede, quella cioè posta con il suo asse perpendicolare al marciapiede stesso, normalmente realizzata in corrispondenza di un attraversamento pedonale (zebrato o semaforizzato).

OTTIMIZZAZIONE DEI TRE VALORI (PENDENZA RAMPA, PENDENZA TRASVERSALE, LARGHEZZA PERCORSO) PER LA REALIZZAZIONE DEL RACCORDO MARCIAPIEDE/STRADA

Dagli schizzi si deduce che, per mantenere tutte le misure massime previste dalla  Norma, l’altezza del marciapiede non deve superare 9 cm e il cordolo deve essere interrato obliquamente per non sottrarre la sua larghezza alla profondità della rampa e quindi alla parte in piano rimanente del marciapiede.

 

Più in generale, per realizzare una rampa in un marciapiede esistente occorre determinare, in relazione alla larghezza, la quota a cui deve essere portato il tratto di marciapiede interessato per lasciare disponibile la porzione di 90 cm in piano, 

 

Larghezza totale
marciapiede

 (cm)

Altezza della parte ribassata del marciapiede (cm)

 

190

15,0

 

180

13,5

 

170

12,0

 

160

10,5

 

150

9,0

 

140

7,5

 

130

6,0

 

120

4,5

 

110

3,0

 

100

1,5

 

90

0

 

Lungo l’asse del percorso longitudinale del marciapiede il passaggio tra le due quote (altezza originaria e parte ribassata) deve essere ottenuto con una pendenza del 5% max 8%

ATTENZIONE

E' importante che, in corrispondenza degli attraversamenti, le rampe debbano essere realizzate su entrambi i marciapiedi e, in corrispondenza dei percorsi longitudinali, su entrambe le parti terminali del marciapiede interessato. Ciò per evitare che la mancanza di una delle due rampe costringa l'interessato a tornare al punto di partenza.

 

PERCORSI PER NON VEDENTI E IPOVEDENTI

Le soluzioni tecniche sopra riportate devono essere integrate con le opere necessarie per consentire la mobilità dei non vedenti.

Il sistema più diffuso è il sistema LOGES (Linee Orientamento Guida E Sicurezza) formato dalla posa in opera di particolari piastrelle la cui superficie è realizzata in modo da  fornire, quando calpestata, un'informazione utile alla persona non vedente.

 

I codici tattilo-plantari usati sono i due di seguito rappresentati: